Energy Drinks o caffè?
Quello degli energy drinks
sembra essere un mercato dal successo inarrestabile: ogni anno, le
aziende produttrici vantano un incremento sostanzioso nelle vendite (il
2012 ad esempio ha già registrato un +16% rispetto all’anno precedente)
e, almeno per ora, il fenomeno sembra non voler fermarsi nonostante
alcuni Paesi abbiano dichiarato guerra alle bevande energetiche, ed è
infatti notizia recente che a New York, il sindaco Michael Bloomberg
contesti a chi le produce di non esporre con chiarezza la composizione e l’effetto sulla salute.
In Inghilterra invece, studi scientifici
hanno dimostrato che gli energy drinks mescolati all’alcol (abitudine
di moda tra i giovani) sarebbero dannosi per il cuore e per il sistema nervoso, in quanto fonte di forti palpitazioni e irritabilità.
In genere, gli ingredienti principali di queste bibite sono sempre gli stessi: caffeina, taurina, guaranà, ginseng;
richiedono tutti di molta cautela nel loro uso, in particolare se
assunti insieme. Ma sono davvero da bocciare? Se lo fossero non
sarebbero -ovviamente- in commercio, men che meno in un paese come
l’Italia che ha sistemi di controllo molto rigidi per quanto riguarda
cibo e bevande industriali. Di vero c’è che non bisogna esagerare con il consumo, soprattutto in età adolescenziale, e che va evitata la miscela con gli alcolici e medicine.
Decisamente meglio, secondo gli esperti, un buon caffè espresso:
oltre alle proprietà che già conosciamo, come quella di migliorare lo
stato di veglia e di aiutare la digestione, le ricerche di prestigiose
università mondiali hanno dimostrato che il caffè è molto utile anche in
caso di emicrania e per prevenire l’invecchiamento cellulare.
Vero o meno, rimangono due dati di fatto indiscutibili: il primo è che è buono ed è una tradizione irrinunciabile per gli italiani, e il secondo è che anche in questo caso non bisogna esagerare ed evitare di superare le 3 tazzine al giorno.
Un’ultima raccomandazione per l’espresso: chi soffre di pressione alta e le donne in gravidanza dovrebbero farne a meno.
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